lunedì 26 dicembre 2016

A Natale si torna a Boston

Da tanto tempo pensavo di condividere con voi questa ricetta che scalda il cuore. Per la vigilia di Natale 2016 ho riunito parte della famiglia qui a casa nostra e ho voluto proporre questo piatto americano, più  precisamente di Boston.
L'anno scorso, dopo 4 ore di viaggio in pullman e dopo aver attraversato giusto un paio di Stati (New York, Connecticut, Massachussettes), siamo giunti ad Harvard e poi visita a Boston passeggiando lungo la Freedom Trail..

Con il freddo che c'era, il ghiaccio e la neve, bisognava per forza fare un pit stop al Quincy Market. Tra i vari profumi e nel calduccio all'interno, ci siamo goduti un panino con aragosta (divino) e la famosa Clam Chowder soup.


Clam Chowder Soup e Panino con aragosta
Ed ecco la ricetta per 4 persone

INGREDIENTI
1 kg di vongole fresche
1 spicchio di aglio
1 mazzetto di prezzemolo
1 cipolla bianca
1 gambo di sedano
2 foglie di alloro
400 g Patate tagliate a cubetti
70 g di Pancetta dolce a cubetti
100 g di panna
600 g di acqua
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe nero
4 pagnottine tipo rosette
30 g di olio

PROCEDIMENTO
Dopo aver lasciato le vongole a mollo in acqua e sale per almeno 2 ore, sciacquarle e metterle in padella con coperchio per farle aprire. Nel frattempo tritare aglio e prezzemolo, poi tritare la cipolla, il sedano e alloro. Insaporire con un goccio d'olio e poi aggiungere la pancetta dolce. Lessare le patate tagliate a cubetti in 600 g di acqua e, una volta cotte, mischiare insieme alla pancetta e al resto. Sgusciare le vongole e mischiarle alla crema di patate. Aggiungere alla crema la panna, il sale e il pepe. La vostra zuppa è pronta per riempire le rosette di pane. Le svuotate dalla mollica e tenete il "cappellino" ricavato dalla parte centrale per completare la decorazione del piatto insieme ad alcuni gusci delle vongole tenuti da parte.
Un piatto perfetto anche per una viglia di Natale in famiglia.

domenica 11 dicembre 2016

JUNIOR'S CHEESECAKE NYC

Dall'anno scorso un paio di appuntamenti da non perdere erano rimasti e uno di questi era trovare Junior's, locale numero 1 se volete gustare una vera New York Cheesecake.

Times Square, gran bel locale in cui ti senti negli anni '50 e ti fai una merenda che vale fino al giorno dopo. Quelle classiche merende americane che per noi italiani sono un "saltacena" assicurato, a meno che non si abbia uno stomaco a prova di queste bombe caloriche ma buonissime.

La prima ordinata con variante di ciliegie, salsa ai frutti rossi e crumble.






Questa a destra era fantastica, strato croccante di biscotti sbriciolati anche sopra e cosparso di zucchero a velo. All'interno un cuore dolce di mele e cannella. Prossimamente proverò a realizzarla!








Last but not least...la fettona originale che ho anche fatto fatica a terminare: la New York Cheesecake classica. Devo dire che paragonandola alla ricetta realizzata un po' di tempo fa ( Ricetta New York Cheesecake ), il gusto era molto simile.

domenica 4 dicembre 2016

Un sogno realizzato: New York Marathon 2016

Ebbene sì. Per la terza volta tornati a New York e per realizzare uno dei sogni di mio marito, Nicola. Questa volta abbiamo portato anche parte della famiglia a scoprire la grande Mela. Sicuramente è stato un viaggio faticoso, ma come sempre ne è valsa la pena.

New York è una poesia in autunno con tutte quelle sfumature di rosso e giallo, inoltre viverla in un momento speciale come la maratona, le dà ancora un altro sapore.


Domenica 6 novembre Nicola si è svegliato all'alba per raggiungere Bryant Park e prendere il bus in direzione Fort Wadsworth dove ha atteso fino alle 10.00 per poi partire a piedi alla volta di Central Park. Nella lunga attesa ha saputo come passare il tempo, pensate solo che si è dilettato tra selfie e apparizioni televisive di straforo alla CNN.





Mentre lui faticava, io e il resto della truppa ci siamo dilettati facendo un giro al Conservancy Garden di Central Park e una sosta ad una messa gospel alla Bethlehem Moriah Baptist Church
Ma la musica non mancava neanche per strada. Dovete sapere che ogni miglio della maratona è scandito da note e ritmi diversi, si passa dal jazz a Duke Ellington Circle e, inoltrandosi nel quartiere di Harlem, si trova musica latino americana, dance e così per tutto il percorso.

Noi "supporters", dopo aver preso parte alla messa,durante la quale si è anche festeggiato il compleanno di una signora che portava benissimo i suoi 87 anni, ci siamo avventurati all'inseguimento del maratoneta nei suoi ultimi 15 chilometri. Purtroppo l'applicazione per seguirlo nella sua impresa, si era piantata e abbiamo macinato anche noi un po'di chilometri, a piedi e su e giù per le scale della subway! Dopo un po' di fatica, ma belli tonici, siamo riusciti ad incontrarlo sulla 1st Avenue prima che si avventurasse nel Bronx e poi sulla 5th, sempre in zona Harlem.

Al traguardo a Central Park bisognava avere un biglietto per aspettarlo sugli spalti, ma fortunatamente abbiamo tante foto che lo immortalano come Finisher fortemente emozionato!!!


 









Credo che arrivare a Central Park in mezzo a quel vortice di emozioni, sensazioni, commozione e sogni realizzati, sia un'esperienza impagabile che queste foto lasciano almeno immaginare e valgono più di mille inutili parole. 

 



martedì 20 settembre 2016

GYOZA: RICETTA - una sfida da piccola NINJA!

Finalmente mi sono decisa a preparare i Gyoza.
Non è stata cosa semplice e il risultato non è stato propriamente uguale all'originale mangiato a Tenryu, ma almeno ci ho provato.

Intanto, bisogna dire che ho modificato qualche ingrediente per rendere il ripieno più leggero e alle verdure non ho aggiunto il cavolo o la cicoria. Mi sono limitata a cipollotto, porro e carota, poi ho aggiunto un uovo e amalgamato il tutto con il macinato (manzo e maiale insieme, come per il ragù). I Giapponesi, invece, utilizzano solo carne di maiale.

INGREDIENTI
Per la sfoglia:
200 g farina 00
90 g acqua
un pizzico di sale

Per il ripieno:
400 g carne macinata (o tutto maiale o manzo più maiale)
60 g cipollotto
1 porro
2 carote
1 uovo
(sarebbe da mettere nel ripieno la salsa di soia per dare sapidità, io ho optato per sale e pepe)

Preparate prima l'impasto così da poterlo lasciare riposare in frigo (mezz'ora) mentre vi dedicate al ripieno. Farina, sale e acqua nel mixer e appena vedete che raggiunge la consistenza giusta per formare una palla, mettetelo in una ciotola, coprite con pellicola e sistemate in frigo.

Ora tocca al ripieno. Nel mixer mettete insieme tutti gli ingredienti e amalgamate.

Passata la mezz'ora riprendete l'impasto e cominciate a formare dei dischi (2-3 mm di spessore) all'interno dei quali porrete il vostro ripieno, poi richiudeteli a mezza luna e date la forma a fagottino.

Per la cottura preparate una padella antiaderente (meglio wok) scaldando dell'olio di semi. Mttete a cuocere i vostri fagottini e appena si saranno dorati, sfumate con dell'acqua e chiudete con coperchio. 2 minuti e la cottura sarà ultimata.

Per il condimento la salsa di soia è la sua...ma io vi invito sempre a sperimentare.

domenica 21 agosto 2016

ASAKUSA E SOBA

Secondo giorno a Tokyo dedicato a quella parte della città considerata un po' più tradizionale e meno moderna: Asakusa.

Kaminarimon-Cancello del Tuono
Usciti dalla metropolitana estremamente pulita di Tokyo, siamo giunti di fronte alla porta (Kaminarimon-Cancello del Tuono) che dà accesso a Nakamise Dori, un viale di circa 200 metri dove poter fare shopping selvaggio di souvenir e assaggiare qualcosa appartenente allo street food giapponese. 
Dolcetti tipici









Una volta percorso l'intero viale, di fronte al tempio buddista Sensoji e ci si può soffermare seguendo i rituali di purificazione. Proprio di fronte all'entrata del tempio si trova un grande braciere, bisogna avvicinarsi e con le mani portarsi il fumo purificatore verso il viso (poi vi rimane addosso l'odore di incenso tutto il giorno!).

Tempio Sensoji 
 Subito accanto c'è una fonte da cui con delle piccole tazze dotate di prolunga, bisogna lavarsi le mani e la bocca; sempre un gesto per ripulirsi dalle scorie dell'anima. Per finire, il rituale visto più volte nei più famosi cartoni animati giapponesi anni 80/90. Davanti a tutti i templi troverete sempre dei supporti a cui sono legati dei bigliettini. Per averne uno, bisogna scuotere energicamente una scatola di latta e da un buchino uscirà un bastoncino su cui sarà indicato un numero (in giapponese). Tale numero è riportato su dei cassetti da cui estrarre il famoso biglietto. Proprio perché zona fortemente turistica, il resoconto del tuo destino/buona sorte è scritto anche in inglese. Se per te è prevista buona sorte, il bigliettino lo puoi tenere come porta fortuna. Mentre se trovi un presagio cattivo, devi legarlo a uno di quei supporti di cui vi parlavo prima. Della serie "Che Dio ci metta una buona mano"! Io ovviamente l'ho legato, diceva che era meglio non sposarsi (ormai danno fatto!!!) e di non mettersi in viaggio...ok, non c'era niente di buono. Per fortuna il bigliettino di Nicola compensava la mia "sorte avversa"!   

Dopo aver seguito i riti di purificazione, ci è venuta fame e avevamo appuntamento con una cittadina di Tokyo amica di mio fratello, Sumie. La nostra guida giapponese doc ci ha portato a mangiare la soba: piatto tipico di Tokyo. In un piccolo vicolo vicino a Nakamise Dori, ci siamo seduti fuori da uno di questi localini specializzati in soba e abbiamo aspettato il nostro turno.  


La soba è stato il piatto principe, ma non ci siamo fatti mancare la famosa tempura di verdura e pesce.

Soba: spaghetti di grano saraceno serviti a parte e da aggiungere in una ciotolina dove ci sarà il classico condimento di salsa di soia. La soba generalmente viene servita fredda (per mio papà è stato un insulto alla divinità pasta) e per fare vedere/sentire che piace ciò che si mangia, bisogna fare il risucchio: qui non è maleducazione ma segno di grande apprezzamento. Comunque il risucchio bisognava farlo per forza, vista la difficoltà di mangiare tale piatto con i bastoncini.

Soba e Tempura

La tempura ha riscosso più successo. Solo loro hanno la capacità di realizzare una pastella che in frittura riesce a far risultare anche una semplice foglia di insalata fragrante, gustosa e leggera.

Diciamo che non la soba non ci ha entusiasmati, ma quando si viaggia scoprire sapori nuovi è un tassello fondamentale per completare l'esperienza; si tratta di un modo come un altro per calarsi nelle abitudini del luogo.

Pietanze in cera a Kappabashi Dori

Dopo pranzo abbiamo approfittato per passeggiare su una famosa via di Tokyo, Kappabashi Dori, particolare perché costellata da una serie di negozi dove vendono esclusivamente casalinghi (pentole e utensili vari). Noterete anche i famosi piatti di cera che di solito si vedono sempre esposti nella maggior parte dei ristoranti. I piatti di cera riproducono quello che si cucina all'interno dei ristoranti. Forse è anche un modo come un altro per aiutare gli avventori a una scelta sicura oppure per stimolare l'acquolina in bocca.   





sabato 23 luglio 2016

PRONTI, PARTENZA...TOKYO! - GINZA & GYOZA

Sorvolando l'Unione Sovietica
Maggio 2015 e inaspettatamente si parte per l'estremo Oriente. Giappone, arriviamo!
Hallo Kitty onnipresente
Il mio fratellone si è organizzato un viaggio post laurea niente male e, sfruttando la sua passione per la lingua e tutto ciò che riguarda il Giappone, fumetti compresi, lo abbiamo raggiunto.


Per me e Nicola è stato un tour de force. Il viaggio in aereo dura circa 10 ore e abbiamo pernottato quattro notti a Tokyo e 4 a Kyoto. Considerate anche il fuso orario: partiti dall'Italia (Roma) ore 15.30 e arrivo ora locale Tokyo il giorno dopo alle 7.30 circa del mattino. La prima giornata quindi risulta essere un po' difficile perché il sonno ti distrugge, meglio non farsi foto con pesanti occhiaie in bella vista.

Ginza
Ginza

Al primo impatto Tokyo ci ha ricordato un
po' New York, ovviamente se approdi in quartieri come Ginza. Grattacieli, negozi di grandi firme, Starbucks, ma occhi a mandorla, ragazze vestite da bamboline tutt'intorno e giardini curati nel più piccolo dettaglio ti fanno capire che l'America è un oceano più in là.


La prima sera abbiamo provato la prima prelibatezza culinaria giapponese: i Gyoza.
Visto che ci trovavamo a Ginza, abbiamo optato per un locale che mi aveva consigliato mio fratello, Tenryu, che si trova proprio in questo quartiere. Provate gli yaki-gyoza, ravioli a mezza luna ripieni di carne di maiale e verdure, cotti alla piastra. Trasudano grasso, ma sono divini! Ricordano i dim-sum cinesi, i famosi ravioli a vapore cotti in dei cestini di bambù (che ovviamente ho acquistato per prepararli in occasione di una cena speciale con amici).

Dovrò provare a realizzarli qui a casa e prossimamente pubblicherò la ricetta e il risultato ottenuto. Intanto, un assaggio con uno sguardo alla foto di quelli gustati in Giappone.





domenica 12 giugno 2016

HAMBURGER A MODO MIO

Facile come ricetta. Basta prendere un paio di svizzere al super, insalata, ketchup/maionese, il pane confezionato, formaggio filante...insomma, un po' quello che vi pare e che possa rendere il vostro panino il più American Style possibile. 
Speechless! No, no. 
La mia ricetta di oggi vi spiega come fare i panini e come crearvi degli Hamburger veri, fatti con le vostre sante manine. Non mi piacciono le cose facili. Nella vita penso che le sfide bisogna accoglierle a piene mani e allora sì che il risultato raggiunto sarà sicuramente più appagante. 

INGREDIENTI PER PANE (Burger Buns)
500 g farina
125 g latte
125 g acqua
30 g olio 
18 g lievito di birra
10 g sale
10 g zucchero
semi di sesamo

INGREDIENTI PER HAMBURGER
400 g macinato di carne
2 scalogni
erbette a scelta
sale aromatizzato
cubetti di pancetta affumicata

PREPARAZIONE
BURGER BUNS:
Per prima cosa impastare tutti gli ingredienti per il pane. Prima sciogliere il lievito di birra in un po' d'acqua e poi aggiungere tutti gli ingredienti (farina, latte, acqua restante, olio, sale e zucchero). Amalgamare il tutto e poi mettere l'impasto ottenuto in una ciotola coperta con pellicola trasparente. Lievitazione 30/40 minuti. Passato il tempo, riprendere l'impasto e dividerlo in palline da circa 60 g ciascuna, metterle a lievitare in una teglia coperta da un telo per altri 20 minuti. Appiattire i panini, spennellarli con il latte (e se volete uovo) e cospargerli di semi di sesamo. Lievitazione di un'altra ora e poi infornare a 220° (forno ventilato) per 15 minuti.

HAMBURGER:
Tritare lo scalogno e poi mischiarlo insieme alla carne, erbette (salvia, rosmarino...), sale aromatizzato e cubetti di pancetta affumicata. Dare la forma dei tipici Hamburger con un coppa pasta o anche usando un bicchieri. Se non siete per la perfezione, va bene anche andare "a mano libera".
Cucinare gli Hamburger così ottenuti su una piastra ben calda.

Appena avrete tutto pronto, potete cominciare a comporre i panini. Magari aggiungendo del formaggio filante, insalata, pomodoro, pancetta croccante...chi più ne ha più ne metta!

Il mio risultato è stato questo:


domenica 8 maggio 2016

LAGO MAGGIORE: WEEKEND DA VIPS

Poco tempo fa c'è stato il mio compleanno e per scappare dalla città mi è sembrato il momento più adatto. Già da qualche mese avevo organizzato per filo e per  segno questo weekend fuori porta. La zona dei laghi tra Piemonte e Lombardia a me risultava sconosciuta, così ho pensato di cominciare a fare delle ricerche sulla migliore sistemazione da prenotare. Inizialmente avevo pensato al lago di Como, ma il mio amico George non aveva possibilità di ospitarmi in quei giorni. ;)
Così ho optato per il lago Maggiore e, tramite booking, ho prenotato 2 notti in un delizioso B&B affacciato sul lago Maggiore (La Darsena, B&B). Il B&B si trova a Meina, subito dopo Arona e a 10 minuti da Stresa. Lungo la strada si riusciva a intravedere lo splendore delle ville di questa zona e, non ci crederete, ma alcune sembravano abbandonate e fatiscenti. Non c'era però il cartello vendesi...peccato!

Tra le gite da fare non dovete perdere l'occasione di visitare le Isole Borromee: Isola Bella, l'Isola dei Pescatori e Isola Madre. Noi purtroppo non siamo riusciti a visitare Isola Madre, ma è stata già una conquista riuscire ad affrontare il viaggio in barca fino a Isola Bella. Nicola, mio marito, era stato stranamente lungimirante, dicendomi la sera prima della gita :"non è che domani ti viene il mal di mare?". Ma come si fa a soffrire di mal di mare in un lago? Sciocchezze!!! Invece, il giorno dopo, con il vento che c'era, un po' di paura mi è venuta. Mai visto un lago con onda lunga!!
Alla fine però il percorso è breve e per evitare problemi con il vento, ci hanno fatto partire da Baveno, da Stresa non si muovevano neanche le barche più grandi. Abbiamo scelto una linea privata e con 10 euro a testa ci hanno portato da un isola all'altra.

Prima Tappa Isola Bella
Isola Bella inizialmente si chiamava Isola Isabella in onore della moglie del conte Carlo III Borromeo, Isabella d'Adda. L'Isola ospita Palazzo e giardini monumentali. Il costo del biglietto € 15.00 vale la visita. Il giro nel Palazzo è da perderci gli occhi. Dalla scala principale si accede al percorso guidato per le sale ricche di stucchi e impreziosite da una pinacoteca da far invidia ai più classici musei. Solo nella galleria del General Berthier sono presenti 130 quadri, tra cui mi ha colpito il S. Girolamo di Q. Metsys con la sua chiara connotazione fiamminga sia per la luce che gli aspetti di vissuto quotidiano comune. Poi si scende giù nelle grotte, dei locali in pietra dove i residenti trascorrevano le giornate più calde. Una volta usciti dal palazzo si ha accesso ai meravigliosi giardini colorati da un tripudio di azalee.


Seconda Tappa Isola dei Pescatori
Un'isola piccolissima dove è d'obbligo fermarsi a mangiare qualcosa. Noi, seguendo i consigli di TripAdvisor, ci siamo fermati al ristorante Embarcadero. Pranzetto in riva al lago con il Sole in faccia e gustando piatti con assaggini di pesce di lago. A Stresa abbiamo sentito per caso che in quest'isola si può andare anche la sera e prenotando in uno dei ristorantini, vi riaccompagnano i proprietari stessi sulla terraferma. Da provare!

Lago di Orta
Altre tappe? Il mio consiglio è di seguire il lungolago e magari fermarvi in qualche paesino da scoprire. Approfittate anche della vicinanza con i laghi vicini, come ad esempio il lago di Orta. Una piccola bomboniera che meriterebbe almeno una giornata intera per essere scoperta.


PS: un particolare ringraziamento anche al simpatico "Filippo", mascotte del B&B La Darsena.